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8 marzo, anche l'Asi con #No women No panel

Valorizzare il contributo che le donne, con il loro talento e la loro capacità, possono dare allo sviluppo civile, economico e culturale del nostro Paese. Questa è l’esigenza che il progetto "No women no panel - Senza donne non se ne parla", ideato dalla Commissaria Europea Mariya Gabriel e rilanciato in Italia da Rai Radio 1, chiede a tutte le sedi istituzionali, pubbliche, private, e al mondo scientifico e mediatico. La campagna europea, da oggi patrocinata "con entusiasmo" anche dall’Agenzia Spaziale Italiana, a partire dal suo vertice, il presidente Giorgio Saccoccia ed il direttore generale reggente Fabrizio Tosone, mira ad avere una presenza equilibrata di genere in tutte le discussioni pubbliche.

L'Asi spiega che l’obiettivo è quello di inserire in maniera quanto più possibile paritaria nei convegni, nelle conferenze, nelle commissioni, nei dibattiti radiotelevisivi, sui giornali le presenze femminili e maschili. "Convegni, commissioni, comitati, conferenze, dibattiti dove solo uomini siano invitati a parlare, dove solo un genere sia rappresentato sono un assurdo, un’esclusione d’altri tempi, una privazione per la società. Una cattiva e fuorviante rappresentazione del reale. Aprite gli occhi: le donne ci sono, in qualsiasi settore, su qualsiasi tema" riporta il Manifesto del progetto.

Nel manifesto si sottolinea inoltre che "Gli esperti non sono più solo uomini anche se, a parità di ruolo, continuano a guadagnare di più e anche questo è un triste gap da superare. Un panel con rappresentanti solo maschili è la fotografia di un piccolo mondo antico, di un dibattito monco, inutile, dannoso. Eppure, sono ancora tanti i panel organizzati così, con uno squilibrio di genere che sa di rimozione. Ma sono anche sempre di più gli uomini che dicono no e declinano l’invito".

"È il momento di insistere. I diritti delle donne sono diritti di tutti. Il salto culturale è necessario per sradicare modelli e stereotipi che sono alla base anche della violenza di genere. Pluralismo è anche questo" sottolinea ancora il manifesto. "E non va ricordato solo in occasione dell’8 marzo" sollecita infine l'Asi.