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Luana morta sul lavoro, c'è una ragnatela sulla protezione dell'orditoio

C'è una fotografia agli atti dell'inchiesta sulla morte di Luana D'Orazio, la giovane pistoiese di 22 anni risucchiata il 3 maggio scorso da un orditoio in una fabbrica tessile di Montemurlo (Prato) mentre era al lavoro, che potrebbe rivelarsi determinante per ricostruire la dinamica dell'incidente. Si tratta dell'immagine di una grossa ragnatela ritrovata su una colonna laterale del macchinario dove scorre la barriera di protezione, quella che avrebbe dovuto impedire a Luana di avvicinarsi quando la macchina era in funzione. La presenza di quella fitta tela tessuta con pazienza da un ragno - rivela il 'Corriere Fiorentino' - indicherebbe che la persiana di sicurezza era sollevata da molto tempo e, quindi, aveva smesso di fare il suo lavoro, quello di sollevarsi quando la macchina era ferma e abbassarsi quando era in movimento per proteggere gli operai.

Il sospetto della Procura è che quel meccanismo sia stato manomesso per semplificare le procedure. Sarà adesso la consulenza che la Procura ha affidato nei giorni scorsi a stabilire se le cose siano andate esattamente così ed eventualmente da quanto tempo i dispositivi di protezione fossero stati disattivati. Sotto sequestro, subito dopo l'incidente che ha portato via Luana, madre di un bambino di soli 5 anni, è finito anche un secondo macchinario dell'azienda.

Si tratta di un macchinario gemello a pochi metri di distanza da quello che ha intrappolato Luana, anche quello ritrovato con la saracinesca di sicurezza sollevata. Bisognerà adesso capire se nell'azienda fosse una pratica abituale lavorare senza dispositivi di protezione.

Alberto Orlandi, 28 anni, era il fidanzato di Luana. "Ho il diritto di sapere la verità - ha detto Orlandi alla 'Nazione' - Avevamo progetti di una vita insieme e adesso è tutto finito, non riesco a rendermene conto. Non mi sembra vero che Luana non ci sia più". Alberto, che vive a Seano, frazione di Carmignano, ed è addetto alla sicurezza in una ditta della zona, ha dato mandato all'avvocato Giuseppe Nicolosi di Prato di rappresentarlo in fase di indagine.

"Ha pieno diritto di essere messo a conoscenza di quello che è accaduto - ha detto Nicolosi - Alberto e Luana erano fidanzati da quasi due anni. Non vivevano insieme solo perché aveva il bambino e non volevano strapparlo all'affetto dei nonni. Passavano insieme molti fine settimana e avevano progetti insieme. Questi giorni ha vissuto in una 'bolla'. E' confuso. Ma ora vuole sapere". L'affidamento dell'incarico è stato depositato in tribunale e l'avvocato Nicolosi si avvale dei consulenti della famiglia di Luana.