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Oggi 14mila centenari in Italia

"Il nostro è un Paese di 'vecchi', di fragili, oggi sono quasi 14 milioni e, nel giro di una generazione, saranno 20 milioni. Abbiamo oltre 700mila ultranovantenni, 14mila centenari e 1.500 persone di 105 anni. I super centenari, di 110 anni, invece non superano i 12. E' probabilmente è questo il limite. Quelli che lo indicano 120 o 150 anni sono, a mio avviso, dei 'pallisti'". Lo ha detto Roberto Bernabei, docente di Medicina interna e geriatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e presidente di 'Italia longeva', intervenendo all'incontro on line "Proteggersi dall’herpes zoster, un’occasione da non perdere. Quando l’innovazione incontra la prevenzione", organizzato da Gsk Italia.

"Oggi - ha aggiunto - siamo tutti concentrati sulla possibilità di un invecchiamento in salute. Che si costruisce su una serie di variabili. Moltissime, su cui dobbiamo lavorare perché invecchiare in salute non è gratis. L'unico elemento gratuito è la prevenzione vaccinale perché con una piccola iniezione si fa un passo verso l'invecchiamento in salute", ha aggiunto Bernabei che ha invitato a riconsiderare il modello dell'anziano passivo, seduto davanti alla tv, che non chiede nulla.

"Il mondo sta cambiando - ha precisato - i baby boomers, che avevano tra i 25 e 45 anni nel '90, avevano tra 50 e 62 anni nel 2012, oggi hanno tra i 65 e gli 85. Sono loro i protagonisti dell'invecchiamento. E sono le persone che hanno fatto il '68, la rivoluzione sessuale. Sono persone che si avvicineranno all'invecchiamento affrontando eventuali disturbi in modo diverso e hanno più attenzione alla qualità della vita. Quindi chiederanno di più, vorranno essere informati. Avremo la possibilità, quindi, di fare prevenzione vaccinale in modo assolutamente diverso", aggiunge il geriatra.

Bernabei invita, inoltre, ad utilizzare quello che ci ha lascerà la pandemia per aumentare le coperture vaccinali in generale, "utilizzando il modello organizzativo della vaccinazione che si sta costruendo".

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Per quanto riguarda la vaccinazione anti herpes Zoster il geriatra ha infine ricordato che "una persona su 4 svilupperà l'infezione nel corso della vita. E la metà degli adulti che arrivano agli 80 anni è soggetta ad averla. Siccome abbiamo un mondo che invecchia, di fatto assisteremo ad un ulteriore aumento dei casi se non prendiamo precauzioni. Si calcolano oltre 150 mila casi l'anno. E, tra questi, una persona su 5 avrà una nevralgia post herpetica. Ricordiamo che non ci sono farmaci per trattare questo dolore, anche gli analgesici più potenti non sempre aiutano. Quindi c'è un razionale importante per la vaccinazione. C'è una prevenzione possibile", conclude.

Vaccinazioni dell'adulto e dell'anziano in Italia ancora 'in stallo'. "Non abbiamo ancora i dati definitivi sulla vaccinazione antinfluenzale del 2020, ma non sembrerebbero confortanti. Come non sono confortanti i dati dell'antipneumococco. Mentre quelli contro l'herpes zoster sono addirittura inquietanti" continua Bernabei.

"C'è da cominciare un lavoro di informazione importante", ha aggiunto il geriatra, precisando che "i nuovi fragili sono diversi da quelli del passato, sono più consapevoli, non sono persone che si 'buttano sul divano'. Vogliono migliorare e stare meglio. Lo sforzo di tutti deve essere quello di trovare forme di comunicazione che intercettino questa diversa attitudine alla vita e questa diversa curiosità dei nuovi fragili", ha detto Bernabei suggerendo forme più 'spettacolari' di coinvolgimento come "vaccinare in diretta televisiva Don Matteo o, a livello internazionale, Robert De Niro".