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"Riaperture? Aiutare anche chi non ha tavoli fuori", l'appello della chef Bowerman

Le date certe per le riaperture di bar e ristoranti sono "un grande passo in avanti, la richiesta che è stata fatta anche nelle manifestazioni dei giorni scorsi era infatti di uscire dall'incertezza per poter programmare l'apertura al pubblico dei locali". Così la chef stellata Cristina Bowerman commenta con l'Adnkronos le nuove comunicazioni del governo sulle riaperture graduali degli esercizi pubblici, laddove si prevede che il 26 aprile, nelle zone gialle, possano aprire anche a cena ma solo all'aperto e dal 1 giugno anche all'interno, ma solo a pranzo.

"Quello che ritengo ingiusto è che ci sia una penalizzazione senza che sia preannunciato un ristoro nei confronti di chi non può aprire perché non ha i tavoli all'aperto", afferma Bowerman, in qualità anche di presidente dell'associazione Ambasciatori del Gusto, in rappresentanza della categoria visto che il suo ristorante a Trastevere a Roma ha questa possibilità.

Altro aspetto penalizzante è il mantenimento del coprifuoco alle 22 di sera. "E' un grosso danno il coprifuoco per i ristoranti" sostiene Bowerman che sul tema degli assembramenti e delle misure per eliminarli è categorica: "Bisogna eliminare totalmente il consumo di alcol per strada - spiega - io sono vissuta tanti anni in America è lì c'è il divieto, anche da noi c'è, ad esempio a Roma c'è l'ordinanza che dopo le 23 non si può bere alcol per strada ma le misure vanno fatte rispettare con rigore, finché non c'è l'esecutività e non si individuano le responsabilità non se ne esce".

"Ad esempio, - suggerisce Bowerman - se ragazzi quattordicenni girano ubriachi per strada, si devono multare i genitori. Anche durante il giorno poi, ci sono assembramenti fuori dai bar o dagli empori dei bangladini che vendono un po' di tutto, magari anche per bere un cappuccino. Ma allora servono pattugliamenti seri".