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Sanremo, prefetto Imperia: "Giusto aver fatto festival, bilancio positivo"

(dall’inviata Silvia Mancinelli)

"Sono convinto che fare il festival di Sanremo, seppur in un momento tanto delicato, sia stato giusto. Il bilancio positivo, sia per quanto riguarda il rispetto delle misure anti Covid che l’ordine pubblico, dimostra che si può fare tutto con regole rigide e attenzione costante". A tracciare il bilancio della kermesse riuscita, nonostante le preoccupazioni e le remore dei più, a tagliare il traguardo della 71esima edizione, è all’Adnkronos il Prefetto di Imperia, Alberto Intini.

"Quest’anno il festival è stato caratterizzato da un doppio fronte - spiega - mentre gli altri anni l’impegno era per l’ordine e la sicurezza pubblica con una attenzione minaccia alle eventuali minacce anche terroristiche, ad oggi le forze in campo si sono concentrate nel gestire il rischio del contagio pandemico, facendo rispettare le regole di contenimento e, seppur in misura ridotta, nell’ordine pubblico molto più leggero. Forte, tuttavia, è stato l’impegno a fronte di numerose proteste che nel festival di Sanremo hanno sempre cercato una vetrina".

Quanto alle restrizioni decise dopo il picco di contagi e che hanno reso il clima più teso, con un’ultima manifestazione ieri sera davanti all’Ariston, il prefetto spiega: "la gente ha realizzato che questo festival lo avrebbe vissuto in maniera ridotta, c’è stato un comportamento encomiabile e anche i manifestanti sono stati rispettosi delle regolamentazioni date dalla Questura. Lo spettacolo è arrivato bene alla conclusione e pochissimi sono stati i contagi, sul piano della tutela delle misure anti Covid tutto è andato in maniera perfetta, così come su quello dell’ordine pubblico".

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"Questo è l’esempio che con il rispetto rigido e attento delle regole si può fare molto - sottolinea il prefetto Intini - la giusta via di mezzo tra i due eccessi, chiudere tutto o lasciare tutto aperto, entrambi perdenti. E' stato sicuramente giusto fare il festival di Sanremo, tanto è che già nella prima riunione fatta a gennaio con la Rai si decise di escludere tutti gli eventi esterni e il pubblico pagante. Ora la sfida che ci attende è la Milano-Sanremo"."

Sulla Milano-Sanremo la mia linea è la stessa adottata per il festival: o si fa con le regole o non si fa per niente. Tra non farlo, e rinunciare a un evento sportivo di livello internazionale, e farlo con dei rischi per una zona che è tuttora ad alto rischio contagio, c’è una via di mezzo: farla con il rispetto delle disposizioni". Deciso a bissare con la corsa ciclistica il successo del festival, chiuso ieri sera con un bilancio positivo, il Prefetto di Imperia Alberto Intini definisce all’Adnkronos le linee guida essenziali per "salvare" anche la tradizionale manifestazione sportiva.

"La prima è l’assenza di pubblico all’arrivo - spiega - Già da due settimane ho scritto al sindaco, agli organizzatori e alle forze di polizia proprio perché comincino ad assuefarsi a questa idea, complessa eppure unica via di mezzo come già avviene per i campionati di calcio o i mondiali di sci. Non può essere assolutamente ipotizzabile una deroga in questo senso per la Milano-Sanremo. L’ipotesi è dunque chiudere tutta l’ampia area di arrivo, altrimenti anticipare l’arrivo all’ingresso della città che invece di arrivare al centro di Sanremo si ferma all’inizio. Per martedì ho programmato un Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per discutere di questo anche con gli organizzatori".

E ribadisce: "Per me è giusto che l’evento si faccia, che non si sottraggano manifestazioni di cui Sanremo si fa patrono, però va fatto con certe regole (divieto di pubblico e di assembramento) - dice il prefetto - Diversamente inviterò il presidente della Provincia e il Sindaco a non dare l’autorizzazione. Non si può rischiare in questo momento che centinaia di persone, assiepate dietro le transenne, possano alzare i rischi di contagio che già ci sono". "Seimiladuecento persone controllate, 2.900 in possesso del tampone negativo sono state fatte entrare, 2.300 respinte e fatte rientrare in Francia". A illustrare all’Adnkronos il bilancio dei controlli effettuati in frontiera nell'ultima settimana, quella del festival di Sanremo, è il prefetto di Imperia Alberto Intini. Quasi mille persone vengono intercettate al confine ogni giorno, il 45% in possesso di tampone, un 35% viene mandato indietro.

"E' vero che l’elevato numero di positivi in provincia è dovuto alla prossimità della frontiera e all’ingresso di numerose persone in particolare dalla Costa Azzurra - spiega il prefetto - Non a caso gli indici di contagio sono molto alti dal confine verso il capoluogo, vero è che la Liguria è gialla e l’estremo ponente è arancione rinforzato. Non sono, tuttavia, solo i francesi a venire come turisti per andare nei ristoranti o nei mercati settimanali di Ventimiglia e Sanremo: ci sono 5mila frontalieri italiani che vanno a lavorare giornalmente in Francia, in Costa Azzurra e Montecarlo. Questi tutelati dalla normativa come i francesi transfrontalieri che vengono a lavorare da noi sono esclusi dai vincoli, come quello di avere il tampone, di chi invece transita per turismo".

"Abbiamo quindi migliaia di transfrontalieri nostri e francesi che quotidianamente fanno avanti e indietro e quello probabilmente è il veicolo maggiore, vero è che la Asl 1 di Imperia ha iniziato già da tre settimane la vaccinazione inoculando già dosi in 2-3mila italiani al di fuori dei piani vaccinali in atto per evitare che portino il contagio e dar loro una maggiore tutela".

"La necessità di controllare e frenare il flusso che dalla Francia viene in Italia c’è - sottolinea il prefetto - e per questo motivo, su decisione del Comitato provinciale, abbiamo da settimane accentuato i controlli. La frontiera è libera, e al momento non ci sono i presupposti per chiudere i passaggi, per cui diventa difficile un servizio massiccio h24 di tutte le frontiere, quella autostradale, tre stradali e quella ferroviaria, che comporterebbe un dispiego di uomini enorme e delle enormi file che andrebbero a danneggiare il commercio o i transfrontalieri che possono passare. La normativa, e l’ho già fatto presente al Ministero, oltretutto non facilita i controlli da parte delle forze di Polizia perché prevede che il cittadino di un Paese che sta nelle liste a rischio, nel nostro caso i francesi, dovrebbe arrivare con un tampone fatto nelle 48 ore precedenti. In caso questo non avvenga, deve essere avviato all’isolamento della sorveglianza sanitaria e sanzionato".

"Entrambe le misure non sono facilmente attuabili perché se il controllo è alla frontiera, la persona senza tampone viene invitata a ritornare indietro, ma se viene trovato positivo all’interno dovrebbe essere messo in isolamento, e dove? Per le sanzioni, inoltre, è difficile ottenere il pagamento delle somme da parte degli stranieri. Per questo - conclude Intini - è stata rappresentata al Ministero la difficoltà di adottare entrambe le misure per una modifica che renda effettivi i controlli e abbia così un effetto deterrenza verso i francesi, sapendo che le sanzioni sono più effettive e concrete".