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Sicurezza: Esposito da questore Roma a prefetto Foggia, 'sfida più difficile? Gestione pandemia'

''Dovrei fare un lungo elenco di sfide difficili ma senza dubbio la più complicata è stata affrontare tutti gli aspetti legati alla pandemia, le difficoltà della gente, il terrore che abbiamo letto nei nostri concittadini di dover affrontare situazioni che non sapevamo come sarebbero andate a finire, questa incertezza determinata dal fatto che la pandemia ha colto tutti di sorpresa. E poi le difficoltà economiche, quelle nelle quali anche l'applicazione della legge ha dovuto subire una declinazione che fosse legata a un senso di umanità, di prudenza, di vicinanza, di solidarietà che penso debba essere una costante''. Lo dice all'Adnkronos l'ex questore di Roma, Carmine Esposito, promosso prefetto e destinato alla Provincia di Foggia.

Esposito, dopo due anni alla guida di San Vitale, non nasconde il rammarico nel lasciare ''una questura come Roma'', determinato soprattutto dall'affetto che ''provo per le persone con cui ho condiviso tante battaglie e soddisfazioni'', ma nemmeno ''la soddisfazione per il riconoscimento avuto dall'amministrazione''.

''La polizia - dice ancora Esposito - si occupa degli altri per definizione, quindi non capire o trascurare i problemi degli altri significa non occuparsi del primo tra i compiti fondamentali del poliziotto. Poi magari occuparsene per questioni che sono legate alla legalità ma l'applicazione della legge diverrebbe un criterio poco comprensibile per coloro che la subiscono, come è successo nel caso della pandemia, se non esistesse la comprensione delle difficoltà che gli altri incontrano nel mantenere questo rispetto. Questo è calzante nel caso della pandemia ed è quello che abbiamo raccomandato a tutte le forze di polizia. E' stato proprio questo senso di umanità e vicinanza che noi abbiamo manifestato sempre ai nostri concittadini. Certo poi l'applicazione della legge non è un elemento prescindibile ma ci vuole una giusta misura''.

A Roma quindi, aggiunge, ho svolto ''un lavoro organizzativo, operativo e partecipativo: questo è il senso della nostra vicinanza agli altri. L'aspetto relazionale viene prima di tutto e sono convinto che sotto questo profilo qualche piccolo contributo la questura e il questore lo abbiano fornito''.

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In questi due anni, sottolinea, ''abbiamo vissuto la riorganizzazione della questura per intero con la creazione dei distretti, che svolgono un'azione di coordinamento sui commissariati, le dislocazioni dei nostri uffici delle volanti, la collocazione di nuovi presidi di polizia, tante cose che hanno portato a una modernizzazione della struttura organizzativa che è sempre alla base dell'efficienza''.

Quanto alla nuova sfida che si trova davanti Esposito aggiunge: ''Io uso dire che non esistono territori difficili, esistono i problemi dei territori: sono i problemi che assillano quel territorio che rendono la vita complicata e difficile. Non dobbiamo arrenderci ma fornire sempre ai nostri cittadini una chance di migliorare la vita sociale e la legalità, che sono aspetti imprescindibili e che sono legati intimamente alla libertà e alla democrazia. Senza legalità non esiste libertà né democrazia vera. Bisogna impegnarsi perché il rispetto della legge avvenga in maniera determinata e in maniera rigorosa e credere fermamente in tutto quello che l'ordinamento ci impone di fare''.

(di Giorgia Sodaro)