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Vaccini, Lazio procede spedito. E spunta la proposta di produrli a chilometro zero

La Regione Lazio sta procedendo spedita nella campagna vaccinale anti Covid-19 con soddisfazione dell'assessore alla Sanità Alessio D'Amato. Alto è infatti l'indice di gradimento dei cittadini per la gestione del piano vaccini regionale, secondo un sondaggio Emg/Adnkronos, che porta il Lazio al top della classifica. Si registrano, tuttavia, alcune criticità legate in particolar modo all'approvvigionamento dei vaccini, come evidenziano i membri della Commissione Sanità alla Pisana. Nel frattempo avanza l'idea di produrre i vaccini a casa propria, esattamente nell'area industriale e farmaceutica di Pomezia. Il Pd Lazio ha presentato una mozione in Consiglio regionale perché "il Lazio sia autosufficiente". "Abbiamo un grande polo farmaceutico nel Lazio e avere la possibilità di produrre vaccini a chilometro zero sarebbe particolarmente importante", commenta all'Adnkronos Paolo Ciani, consigliere regionale di Demos e vicepresidente della commissione Sanità alla Pisana, che in queste ore ha confermato la sua candidatura alle primarie per il sindaco di Roma, in merito alla proposta. "Purtroppo nella lotta al Covid sappiamo che non sarà una tantum ma probabilmente dovremmo ripetere la vaccinazione negli anni, quindi avere un approvigionamento vicino e anche pubblico è utile - aggiunge - Vorremo, inoltre, produrre vaccini con la libertà dalle norme del brevetto perché riteniamo che la vaccinazione sia anche un grande tema di giustizia sociale: produrli largamente fa sì che possano arrivare a chi non può permettersi di comprare il farmaco".

Sulla questione intervengono anche i colleghi Loreto Marcelli (M5S), che si dice "d’accordo", tant'è che "ho votato favorevolmente la mozione" e Giuseppe Simeone (Fi), a giudizio del quale "tutte le iniziative che puntano ad implementare il numero di dosi a disposizione sono importanti e il traguardo dell’autosufficienza a livello nazionale è fondamentale". Tuttavia, secondo il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione Sanità, "oggi dobbiamo mantenere i piedi ben piantati a terra e concentrarci nell’organizzazione di quanto abbiamo a disposizione guardando in via prioritaria all’esigenza di rallentare la corsa delle mutazioni aumentando le vaccinazioni. I cittadini, le imprese, la nostra economia hanno bisogno di certezze che risiedono solo nella capacità di raggiungere nel più breve tempo possibile l’immunità di gregge”.

"Nel Lazio stiamo procedendo in maniera spedita, con circa 30mila vaccinazioni al giorno e con il 90% delle dosi consegnate già somministrate. Mi auguro che si acceleri la valutazione sul vaccino Johnson&Johnson perché ci sono 184mila dosi ferme nell’hub di Pratica di Mare che se, dopo le dovute verifiche, venissero sbloccate, potrebbero dare un grande impulso alla campagna vaccinale", sottolinea all'Adnkronos Marcelli, vicepresidente della commissione Sanità della Regione Lazio ricordando che "il Lazio è al primo posto nella classifica delle somministrazioni".

"Per la vaccinazione di poliziotti penitenziari e detenuti nelle carceri - osserva Ciani - abbiamo immaginato l'utilizzo di un farmaco monodose come Johnson&Johnson. Si sarebbe dovuti partire lunedì 19 aprile ma siamo ancora in attesa di conoscere le decisioni nazionali". Senza lo sblocco della situazione "è probabile che bisognerà ricalibrare tutta la vaccinazione in carcere".

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Indubbiamente la mancanza delle forniture previste è la maggiore criticità riscontrata nel Lazio, tutti d'accordo. Simeone però fa notare che ci sono anche "differenze territoriali", di cui tener conto. "A Frosinone - spiega all'Adnkronos - il direttore generale della Asl ha messo in campo una scommessa per creare una rete vaccinale capace di arrivare all’obiettivo ambizioso ma evidentemente praticabile di 5.000 inoculazioni al giorno. Gli stessi elementi che al momento non abbiamo, purtroppo, riscontrato nella Asl di Latina, a cui più volte abbiamo chiesto senza ottenere risposta, cosa si stia facendo per non farsi trovare impreparati all’accelerazione della campagna vaccinale, per reclutare tutto il personale necessario a rendere tempestiva la somministrazione massiva delle dosi e quale sia il piano vaccinale modulato per obiettivi messo in campo. Vincere questa battaglia è possibile se alla base ci sono determinazione ed efficienza e se l’organizzazione è omogenea in tutto il Lazio con l’implementazione e la rigorosa organizzazione dei centri di somministrazione, una equa distribuzione delle dosi nonché, ovviamente, della dotazione del personale necessario ad effettuarle”.

Sull'ipotesi di procedere con i vaccini non solo per fasce d'età ma anche per categorie economiche prendendo spunto dall'idea del governatore campano De Luca, Marcelli afferma che "non si può andare in ordine sparso, dobbiamo attenerci alle disposizioni del Governo se vogliamo dare uniformità alla campagna vaccinale. Se il Governo, sentito il parere del Comitato tecnico-scientifico, riterrà di percorrere questa strada, il Lazio si adeguerà. Ovvio è che l’ideale sarebbe vaccinare in breve tempo la maggior parte della popolazione, anche per consentire la ripresa dell’economia, ma le valutazioni vanno fatte a 360 gradi considerando tutti i fattori di rischio, ciò che è più opportuno per contenere la diffusione del virus e le categorie più esposte".

"Nel Lazio - gli fa eco Ciani - abbiamo sempre pensato fosse più utile e importante seguire le linee guida nazionali. Le fughe in avanti, indietro, di lato di alcuni governatori - penso alla Liguria e alla Toscana dove si è deciso di vaccinare alcune categorie - è un grave errore. I target più deboli, quindi gli anziani e fragili, sono quelli da vaccinare immediatamente contro il rischio di ulteriori vittime, lo dimostrano i dati che analizziamo ogni giorno. Credo dunque sia importante che il Lazio continui a fare ciò che a livello nazionale è dato come priorità. Una volta somministrato il vaccino alle categorie più fragili, si potrà procedere con tutti gli altri".

Anche per Simeone il presupposto di base è avere "un piano vaccinale uniforme e valido in tutte le Regioni". Stando "alle risultanze dei dati sui decessi, prendendo spunto dal cosiddetto modello Israele che ha portato a risultati eccezionali sul piano della salute, della ripresa economica e di quel ritorno alla normalità cui tutti aspiriamo, credo - precisa Simeone - sia necessario andare avanti speditamente, in base alle dosi disponibili, per fasce di età. In questo modo si potrà procedere più veloci senza creare discriminazioni”. Il traguardo è vicino: entro fine mese dovrebbero concludersi le vaccinazioni per gli over 80 e buona parte degli over 70.