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Recovery: avvocati Ocf, '3,5 mld da spendere ma ancora nessun progetto'

Gli Avvocati italiani, rappresentati dall'Organismo Congressuale Forense, organo di indirizzo politico dell'Avvocatura, analizzano il Recovery Plan, studiando le varie voci di spesa attualmente previste, e chiedono di procedere speditamente per portare avanti la fase progettuale del Piano.

"I fondi previsti devono essere riempiti di contenuti - spiega il Coordinatore dell'Ocf, Giovanni Malinconico - sappiano che complessivamente fra Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e fondi previsti dalla Legge di Bilancio sono in gioco circa tre miliardi e mezzo di euro. Allo Stato però manca ancora una fase progettuale vera e propria. Comprensibile, visto il cambio di governo e le tensioni politiche dell'ultimo periodo, ma adesso è il momento di sedere tutti intorno a un tavolo e cominciare a dire cosa vogliamo fare con questi soldi e come".

Fra gli interventi, si legge in una nota, 2 miliardi sono previsti per “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura” componente 1 “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA”, a cui si aggiungono risorse complementari per 1 miliardo e 10 milioni dagli stanziamenti della Legge di Bilancio. Ci sono poi 470 milioni di euro - nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione Verde e transizione ecologica” Componente 3 “Efficienza energetica e riqualificazione edifici” - per la realizzazione delle cittadelle giudiziarie, oltre che per la riqualificazione e il potenziamento del patrimonio immobiliare della amministrazione della giustizia in chiave ecologica e digitale. Da ultimo, nell’ambito della Missione 5 “Inclusione e coesione” Componente 3 “Interventi speciali di coesione territoriale”, è previsto lo stanziamento di 3 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie.

"In generale questi investimenti, peraltro non elevatissimi e certo non sufficienti a risolvere i mali atavici della Giustizia, mirano a ridurre i tempi del processo - spiega Malinconico - ad esempio procedendo con l’innesto straordinario di professionalità già strutturate e, quindi, in grado di operare da subito a pieno regime per ridurre l'arretrato civile e per smaltire il contenzioso tributario pendente davanti alla Corte di Cassazione. Si punta poi al rafforzamento della sicurezza e all'innovazione dei software e delle infrastrutture digitali. Tutti elementi importanti che tuttavia non possono essere lasciati alla solitaria interpretazione dei pur bravi tecnici del Ministero, ma vanno discussi e meditati con tutti gli attori della Giustizia, dal personale di cancelleria ai Magistrati, fino ovviamente agli Avvocati".

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Sullo sfondo poi attendono le grandi riforme, più volte sollecitate dall'Ocf, quella del processo civile, del penale, dell'ordinamento giudiziario. "Insomma - aggiunge il Coordinatore dell'Ocf - non c'è un secondo da perdere se vogliamo evitare che il nostro Paese, come spesso accaduto in passato, si faccia trovare impreparato all'appuntamento e sprechi risorse preziose che invece devono essere spese fino all'ultimo centesimo".

"Ricordo che la Giustizia è una funzione primaria dello Stato, al servizio della coesione sociale e a sostegno della società, soprattutto nelle sue fasce deboli, e costituisce un elemento primario di competitività del nostro sistema economico, come affermato anche dalla Ue. - conclude Malinconico - Si tratta di una funzione che già prima della pandemia era in crisi da oltre trent'anni e che va assolutamente sostenuta con risorse straordinarie soprattutto in un momento come questo in cui l'emergenza ha innescato una così grave crisi socio-economico".